Il Diritto di Famiglia Moderno
Con l’espressione diritto di famiglia si intende l’insieme delle norme del Codice civile – modificate a seguito della riforma del 1975 – che disciplina lo status delle persone (per esempio, status di coniuge, figlio, etc..), nonché i rapporti tra i membri della famiglia. La tutela assicurata a tale piccola società naturale dal diritto italiano ha caratteri estremamente particolari. Infatti, mentre nelle altre possibili relazioni tra individui (si pensi, per esempio, alle relazioni contrattuali) l’ordinamento pone l’attenzione sui singoli soggetti, nella famiglia l’assieme delle norme esistenti tende a considerare unitamente il gruppo familiare. Grazie alla fondamentale riforma del 1975, la famiglia, che prima di allora era pensata come struttura gerarchica con a capi il marito, è stata delineata come organismo nel quale i coniugi, su un piano di perfetta parità, sono impegnati a collaborare tra loro e a concordarne l’indirizzo, armonizzando le esigenze di entrambi a quelle preminenti della famiglia, considerata la cellula-base della società fondata sui seguenti principi:
- uguaglianza tra i componenti
- libertà e autonomia degli individui e del gruppo familiare e limitato intervento dello Stato
- predominanza del consenso quale principale regola di governo dei rapporti all’interno della famiglia
- superiorità dell’interesse del gruppo familiare su quello dei singoli membri, seppur nel rispetto di questi ultimi
A quella riforma seguirono decenni di assoluta stasi nel diritto di famiglia; negli ultimi anni però le novità sembrano essere tornate a ritmo battente, ad espressione di un clima nuovo, dovuto al mutare dei tempi e della coscienza sociale e all’aumentata laicità del Paese.
L’Avvento del Divorzio Breve
Dopo la riforma della filiazione avviata con la legge 10 Dicembre 2012, n.219, che ha finalmente abolito la differenza tra figli legittimi e naturali, vi è stata l’approvazione della legge 10 Novembre 2014, n. 162, con la quale è stata introdotta la negoziazione assistita da avvocati nell’accordo di separazione e divorzio. Subito dopo sono giunte al traguardo la legge sul “divorzio breve” e la regolamentazione delle unioni civili e della convivenza di fatto. Meritano di essere citati anche gli importanti passaggi parlamentari relativi all’abolizione del privilegio maschile in ordine al cognome dei figli e non bisogna dimenticare altri disegni di legge già avviati verso una probabile approvazione come quello che aumenta la possibilità di avere consapevolezza delle proprie origini per i figli non riconosciuti dalla madre alla nascita. Si tratta di segnali importanti che denotano un deciso cambiamento di rotta e la volontà del paese di avvicinarsi nel diritto di famiglia altri paesi occidentali.
Va rilevato preliminarmente che l’etica è parte integrante di questa branca del diritto. infatti, all’interno delle norme giuridiche che impongono divieti una caratteristica sempre presente è l’applicazione di una sanzione, per esempio il pagamento di una determinata somma di denaro nel caso di trasgressione della norma. Nel diritto di famiglia, invece, esistono molte norme che pur imponendo obblighi o divieti non prevedono alcuna sanzione nel caso di una loro violazione. La ragione è da ricercare nel fatto che i soggetti interessati dovrebbero essere indotti a rispettare dette norme per via di principi etici e non per il timore di una sanzione. Esempi di queste norme “etiche” contenute nel Codice Civile sono il dovere-obbligo di educare i figli previsto dall’art. 147 o l’obbligo di rispettare i genitori previsto dall’art. 315 (“il figlio deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finché convive con essa”).